IL MONDO DELLA COMUNICAZIONE

Le parole hanno il potere di condizionare il comportamento delle persone.
La mente inconscia, quella alla quale dobbiamo imparare a parlare, ha delle regole differenti da quelle della mente cosciente. Quando parliamo, e le parole sono legate a un’emozione, la mente, per comprenderle, deve richiamare le immagini legate a quella emozione. Se, per esempio, parliamo di paura, la nostra mente ha bisogno di evocare le immagini che associa alla paura stessa. Così, se sentiamo la parola “ghiaccio” probabilmente penseremo al freddo. Basta una parola per riportare alla mente un un ricordo, un sentimento o un’emozione. Stiamo sperimentando il potere del linguaggio. Le parole hanno il potere di generare uno stato d’animo, e più ne ascoltiamo e maggiore sarà l’effetto.

Se utilizziamo parole legate ad emozioni negative influenzeremo in modo altrettanto negativo lo stato d’animo e il comportamento di chi ci ascolta. Gli stati d’animo innescano i comportamenti, quindi possiamo influire sui comportamenti semplicemente modificando lo stato d’animo.
Spesso non ci rendiamo conto di quello che diciamo, ma la parola giusta, al momento giusto, può risolvere una situazione, come la parola sbagliata, al momento sbagliato, la può compromettere.
Le parole sono astratte, ma rappresentano strutture più profonde, quindi usiamo il linguaggio per suscitare emozioni, influenzare gli altri, confondere, cambiare le convinzioni ed è è uno degli elementi con cui costruiamo i nostri modelli mentali e condiziona il nostro modo di percepire la realtà.

Le intenzioni, per quanto positive, nella comunicazione hanno poco valore. Se vogliamo che nostro figlio studi, e per motivarlo lo schiaffeggiamo, saremo animati da buone intenzioni, ma come risultato avremo solo un bambino che vedrà un padre aggressivo.
Nella comunicazione quello che conta è il risultato. Se abbiamo ottenuto quello che volevamo allora il metodo si conferma valido. In questo c’è l’aspetto dell’assunzione della responsabilità da parte nostra sul il tipo di messaggio che trasmettiamo. Se non otteniamo ciò che ci eravamo preposti, invece di lamentarci del nostro interlocutore che non ci capisce, chiediamoci come possiamo trasmettere più efficacemente il nostro messaggio. Chi comunica ha la responsabilità della comunicazione.
Se quando un rapporto non funziona pensiamo che il problema sia nel nostro interlocutore, allora non possiamo fare più nulla e stiamo sbagliando. Il problema è in noi che abbiamo comunicato poco efficacemente.
Non comportiamoci come la mosca alla finestra che tenta di uscire battendo sul vetro e riprova senza riuscire mai, cambiamo strategia. Cambiamo il modo di comunicare, proviamo un altro approccio, e poi un altro fino a che non arriveremo a quello più giusto per il nostro interlocutore.

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